Reportage da Macao: viaggio nella nuova Las Vegas

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La maggior parte dei visitatori giunge a Macao via mare da Hong Kong. Si parte da un centro commerciale (ad Hong Kong da qualunque parte si voglia andare - talvolta anche per attraversare la strada - è necessario transitare da un centro commerciale) ed in un'ora d'aliscafo si arriva al più grande polo dell'azzardo del mondo. I numeri parlano chiaro: Las Vegas è stata sonoramente annientata dal dragone rampante del gambling che nel 2010 ha avuto un giro di soldi sei volte maggiore. Qui si trovano oltre 30 casinò, situati a Macao e nella vicina isola di Taipa, collegate tra loro da lunghissimi ponti su cui sfrecciano i pullman gratuiti dei casinò che conducono i turisti vogliosi di scommettere ai tavoli verdi. Prendo il primo diretto al Venetian, che insieme al Sands è di proprietà del gruppo legato al multimiliardario Sheldon Adelson. Il casinò offre una formidabile riproduzione di Venezia, compresi ponti e canali, con tanto di possibilità di fare un giro in gondola e shopping nei negozi delle grandi marche. La sensazione è di essere in un luogo delirante e con un suo folle fascino. Persino il cielo è stato riprodotto, sereno, che invita a sedersi in uno dei ristoranti dove si può trovare cibo da tutto il mondo. Qua è sempre giorno ed i negozi sono aperti 24 ore su 24. Come a Las Vegas anche a Macao non esistono orologi, perché il turista dovrà uscire solo dopo essere stato spennato come si deve. Il casinò è al piano di sotto in una enorme sala che potrebbe contenere un campo da calcio. Le slot machines vanno per la maggiore e la moneta corrente è il dollaro di Hong Kong, accettato dalla maggior parte delle macchinette.

Presenti decine giochi elettronici con puntate basse: la roulette, il black jack, il sic bo per tutte le tasche. Il gioco che va per la maggiore però è il baccarat, su cui si concentrano diversi high rollers cinesi. Per i giochi gestiti dal croupier le puntate base partono da 100 dollari di HK, vale a dire circa 10 euro, ma per le puntate semplici della roulette si parte da 200 dollari. Ho visto tavoli di baccarat con puntate minime di 3000 dollari di HK. Gli high roller hanno spazi privilegiati, più appartati; ne noto uno che assomiglia vagamente a Kim Jong il, il dittatore nordcoreano. Ha una sigaretta con bocchino pendente dalle labbra e sul tavolo alcune fiches da 100.000 HK$ l'una (10.000 euro). Il prodotto interno lordo di un intero villaggio della Cina sta in un quadratino di plastica. Mi è capitato di vedere anche un cinese che porgeva al croupier un fascio immenso di banconote da 1000 HK$ per farsele convertire in fiches, ci sono voluti diversi minuti solo per contarle. Un piccolo spazio è dedicato anche al poker. Per divertirsi e vivere l'adrenalina del casinò è necessario avere tanti soldi da spendere, altrimenti il divertimento dura poco o ci si deve accontentare delle slots. Se si è tentati di proseguire dopo un primo momento in cui si è in attivo, inesorabilmente si finirà al verde, è la dura legge del casinò. C'è da bere per tutti, ma non alcool, invece si può fumare praticamente ovunque. Ogni tanto comincia qualche spettacolino, ma la gente è più interessata a scommettere.

Dopo un giro nella riproduzione di Venezia approfitto di un pullman diretto al Sands, caratterizzato forse dal lampadario più grande del mondo. Trovo la stessa umanità che gioca. Da qua mi incammino verso il mitico Gran Lisboa, sono venti minuti a piedi. Bastano per capire che Macao, coi suoi 500.000 abitanti non è una città a misura di pedone. Anzi, gli attraversamenti sono difficoltosi e rispetto ad Hong Kong è presente un numero ridotto di sottopassaggi. Presenti numerosi autobus e taxi. Il Gran Lisboa si trova all'inizio della via Almeida Ribeiro, la principale di Macao, ed è direttamente collegato al Lisboa, meno appariscente, entrambi di proprietà del capitalista Stanley Ho, uno dei personaggi chiave per capire Macao. Nato a Hong Kong nel 1921, Stanley Ho negli anni '60 ha iniziato la sua fortuna col gambling. Fino agli anni '90 è stato il padrone incontrastato del gioco d'azzardo in Asia. La struttura del Lisboa ha dell'incredibile: un imponente grattacielo con le sembianze di una pianta che domina lo skyline della città. Dentro il solito marasma di gente, soprattutto cinese, pochi i turisti europei, qualche indiano. In tutta la permanenza a Macao non mi è capitato di incontrare nemmeno un italiano. Ci sono belle ragazze, scosciate escort d'alto bordo che passeggiano attendendo che qualche cliente le inviti nella stanza. A Macao la prostituzione è legale, ma non si trova nell'ex quartiere a luci rosse, Rua de la Felicidade ora meta turistica ed uno dei luoghi significativi dell'antica colonia portoghese, ma nei mega alberghi,“nascosta” nei piani alti.

C'è chi gioca pesante. Molti sono giovani con orologi d'oro in compagnia di ragazze ingioiellate. Già, i gioielli. Nella via principale della città noto almeno mezza dozzina di gioiellerie con in vetrina costosissime pataccate in oro e negozi di orologi dai costi esorbitanti. Molti sono pieni di gente che acquista, spande (nei casinò) e spende (nei negozi). L'economia va a gonfie vele. Macao è indubbiamente un posto ricco, anche se il giro di soldi si concentra nei casinò-resort, in cui la gente gioca, mangia, dorme e fa shopping, e nelle vie principali, quelle che conducono da Largo do Senado alle Rovine di San Paolo, ciò che resta del più grande tempio cristiano d'Asia, cioè solo la facciata. Basta immettersi in una Rua al di fuori dei diktat turistici per trovarsi in ristorantini gradevoli in cui si mangia per meno di dieci euro. Caratteristica di Macao è la carne di maiale zuccherata, ottimo snack da accompagnare ad una birra per il pre-cena. Buoni anche i dolci. Per gli amanti di altre forme di scommessa nell'ex colonia portoghese sono presenti anche un ippodromo ed un cinodromo. Quest'ultimo è il più importante dell'Asia.

Gianluca Longhi